“Adorkable misogynists are male characters whose geeky version of
masculinity is framed as both comically pathetic and endearing,” McIntosh
says, “And it’s their status as nerdy nice guys that then lets them off
the hook for a wide range of creepy, entitled, and downright sexist
behaviors…These types of characters are shown engaging in a variety of
harassing, entitled, and sexist behavior where women are concerned. They
consistently stalk, spy on, lie to, and try to manipulate the women in
their lives. They’re overbearing, they refuse to take ‘no’ for an answer,
and they often ignore the basic tenets of consent.”
This video essay is about a gendered trope that has bothered me for years
but didn’t have a name, so I gave it one: Born Sexy Yesterday. It's a
science fiction convention in which the mind of a naive, yet highly
skilled, girl is written into the body of a mature sexualized woman. Born
sexy yesterday is about an unbalanced relationship, but it’s also very much
connected to masculinity. The subtext of the trope is rooted in a deep
seated male insecurity around experienced women and sexuality.
Note that Born Yesterday isn't meant literally. Born Sexy Yesterday can
be written literally but it doesn't have to be. If media uses a "fish out
of water" plot to frame an adult woman as an inexperience child then it
fits the trope.
Elenco di popolari creature leggendarie e animali mitologici presenti nei miti, leggende e folclore dei diversi popoli e culture del mondo, in ordine alfabetico. Note Questa lista elenca solo creat…
Last week I wrote about about Meido, the Japanese Underworld, and how it has roots in Indian Buddhism and Chinese Buddhist-Taoist concepts. Today I'll write a little bit about where some unlucky
Video Essay Catalog No. 91 by Kevin B. Lee. Featured on the New York Times and other outlets. Originally published December 13, 2011 on Fandor. https://carpetbagger.blogs.nytimes.com/2011/12/19/staring-in-awe-its-the-spielberg-face/?_r=0
Bandicoot Cabbagepatch, Bandersnatch Cumberbund, and even Wimbledon
Tennismatch: there seem to be endless variations on the name of Benedict
Cumberbatch. [...] But how is a normal internet citizen supposed to know,
when they hear someone say “I just can’t stop looking at gifs of Bombadil
Rivendell” that this person isn’t talking about some other actor with a
name and a voice and cheekbones? Or in other words, what makes for a
reasonable variation of the name Bendandsnap Calldispatch?
Joe Henrich and his colleagues are shaking the foundations of psychology and economics—and hoping to change the way social scientists think about human behavior and culture.
Il termine sardo femina accabadora, femina agabbadòra o, più comunemente, agabbadora o accabadora (s'agabbadóra, lett. "colei che finisce", deriva dal sardo s'acabbu, "la fine" o dallo spagnolo acabar, "terminare") denota la figura storicamente incerta di una donna che si incaricava di portare la morte a persone di qualunque età, nel caso in cui queste fossero in condizioni di malattia tali da portare i familiari o la stessa vittima a richiederla. In realtà non ci sono prove di tale pratica, che avrebbe riguardato alcune regioni sarde come Marghine, Planargia e Gallura[1]. La pratica non doveva essere retribuita dai parenti del malato poiché il pagare per dare la morte era contrario ai dettami religiosi e della superstizione.
What happens when two monkeys are paid unequally? Fairness, reciprocity, empathy, cooperation -- caring about the well-being of others seems like a very human trait. But Frans de Waal shares some surprising videos of behavioral tests, on primates and other mammals, that show how many of these moral traits all of us share.
Dieci anni fa usciva La casta, un libro che ridefiniva il discorso politico italiano: la fine dei partiti tradizionali, l’odio per le élite in generale, l’indignazione di chi si sentiva escluso e defraudato. Oggi quel risentimento si è rovesciato in orgoglio: la fine della politica come la conoscevamo non ha generato un vuoto, ma una galassia esplosa di esperienze tra il grottesco, il tragico e l’apocalittico. Dai forconi alle sentinelle in piedi, dai «cittadini» che s’improvvisano giustizieri alle proteste antimigranti, La Gente è il ritratto cubista dell’Italia contemporanea: un paese popolato da milioni di persone che hanno abbandonato il principio di realtà per inseguire incubi privati, mentre movimenti politici vecchi e nuovi cavalcano quegli incubi spacciandoli per ideologie. Leonardo Bianchi ha scritto il miglior reportage possibile su un paese che non si può raccontare se non a partire dalle sue derive, e l’ha fatto seguendo ogni storia con la passione di un giornalista d’altri tempi, il rigore dello studioso che dispone di una prospettiva e di un respiro internazionali, e un talento autenticamente narrativo, capace di attingere a una ferocia e a una forza profetica degne di un romanzo di James Ballard.
E ora, ora che anni sono, e saranno? Il ritorno in auge di podcasts e
newsletters mi sembra stia a rappresentare non tanto un ripiegamento,
quanto una nuova infiorescenza: oramai su internet convivono (combattono e
interagiscono e si sintetizzano) culture che vanno dal generazionale
all’intersezionale, e le buone battaglie (politiche, sociali, ecologiche)
sono tornate a essere combattute non solo in termini di risposta o
reazione. Il futuro forse non è ancora luminoso, ma diverse torce sono
state accese - si tratta, ora come sempre, di connetterle fra di loro.