Per celebrare il periodo arancione sto esplorando le possibilità di camminate e biciclettate lungo i confini di San Giorgio di Piano.
Oggi ho fatto un giro di circa 12km costeggiando il confine con Castello d'Argile/Mascarino, tutto sugli gli argini del canale Riolo e del Canale Emiliano Romagnolo.
Ho aggiunto tutto il percorso su OpenStreetMap in modo che si possa esplorare su una cartina. Per chi non conosce OpenStreetMap, la differenza con altri servizi è che se su OpenStreetMap manca qualcosa lo puoi sistemare. Se su altri servizi manca qualcosa, ti attacchi al tram e tiri forte. È anche possibile creare siti e cartine liberamente usando i dati di OpenStreetMap, mentre con altri servizi vale il suddetto discorso del tram.
Anni fa provai anche a chiedere aiuto al comune e all'Unione Reno Galliera per cercare di tirar fuori una cartina per passeggiate in mezzo alla campagna su percorsi che non fossero proprietà private, ma mi sorrisero, e mi trattarono con quell'educazione e cortesia estreme che generalmente la gente usa coi matti.
In mancanza di fonti istituzionali, per l'accessibilità di questo percorso mi sono rifatto a due regole indicative: gli argini dei canali dovrebbero essere terreno del demanio, e le strade che arrivano fino alle buchette della posta di casa di qualcuno dovrebbero essere percorribili.
Da via Don Minzoni all'argine di Riolo
Partendo da via don Minzoni, sono entrato nella cavedagna che attraversa il podere di Atti, ringraziando il signore (quello che lavora all'urbanistica) che non abbiano ancora asfaltato tutto per farci in quartierino di muri grigi chiamato Green qualcosa. Ho visto però che ci stanno lavorando.
Ho seguito la cavedagna, attraversando il fosso con la traversina di ferrovia e via Selvatico, e poi sempre dritto fino a Riolo.
Dall'ultima buchetta della posta fino a Riolo c'è un piccolo tratto tra i frutteti, che è bellissimo in primavera, ma potrebbe essere proprietà privata. Io nel dubbio, se vedo qualcuno, chiedo il permesso di attraversarlo e trovo sempre persone gentili.
L'argine di Riolo
Arrivato a Riolo l'ho preso verso a destra. Avrei potuto attraversare il ponte della Scodellara, perché di là sarebbe ancora un lembo di San Giorgio, però poi dopo poco l'altra riva di Riolo passa sotto Argile, e quindi niente.
Una volta da queste parti le persone xenofobe dicevano "Sèra l'oss ch'a i'é i pivén ch'i vinen zò da Mascarén". Ora abbiamo chiuso i confini anche con Mascarino, ma le persone xenofobe continuano a lamentarsi.
La camminata sull'argine è bella e lunga. Attraversando via Mascherino l'argine continua e continua fino al Canale Emiliano Romagnolo. Poco prima del canale c'è un ponticello un po' disastrato e stretto.
Sono arrivato fino al punto in cui Riolo scorre sotto al Canale Emiliano Romagnolo, ho ammirato l'ingegnosa opera idraulica, e sono salito sull'argine del Canale.
L'argine del Canale Emiliano Romagnolo
Salito sul canale l'ho trovato vuoto. Dice che l'acqua sia ferma ai confini del Piemonte e stiano cercando di capire se serva o no l'autocertificazione. Per me è stata un'ottima occasione per vedere com'è fatta un'idrovora anche da sotto.
Se l'argine di Riolo è normalmente ben tenuto, quello del canale è un po' piú selvaggio, soprattutto all'inizio, ed ero contento di avere scarpe buone e pantaloni lunghi.
Proseguendo ho incontrato uno che è finito col camion in mezzo al canale, ma stava bene.
Prima di arrivare al ponte con la provinciale, subito dopo una villa c'è un sentiero sulla destra che riporta su via Codini. Sono rientrato attraversando il Laghetto dei Germani gentrificato, e poi via Irma Bandiera, chiudendo il giro.